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Archivio mensile:novembre 2013

Non si vive per decadere in una traccia di lumi, non per scivolare via sciolti portati altrove come la prima neve al vento leggero. Non si vive per decalcarsi su una lastra trasparente, non si vive per restare indifferenti. Non si vive per relegarsi in vite altrui, non si vive per finzione. Non si vive per finta.

E’ che la forma della felicità è un fiume, potente che scorre, ma che può scomparire sottoterra per nascondersi, fuoriuscire in un altrove sconosciuto in un tempo indefinito, solo apparentemente costretto in un alveo definito. Un fiume forte. Che può svanire.

È che forse ancora non siamo cresciuti, nonostante l’età, nonostante la vita, nonostante tutto quello che accade. Le sconfitte vengono mandate giù, incassate, come un boxeur triste che passa la vita come sparring partner, vorrei poter capire come farne esperienza positiva, come venire fuori con forza inusitata, questo non ho ancora capito, non ho percezione di come ci si possa tirare su da questa posizione prona, indifesa, anche da questa solitudine interiore. Come?

È che mi sembra essere sopraffatto, non quel modo eclatante che definisce la sconfitta senza necessità di attestazioni che non siano spocchiose pose, piuttosto come fosse un piano in dissolvimento dalla luce al buio, senza quei momenti percepibili di passaggio dal visibile all’invisibile percepito, no, è come ritrovarsi al buio nell’assoluta sorpresa, invero non proprio sorpresa della fine, piuttosto del viaggio, impercettibilmente, inopinatamente svanito. Così. È.