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La porta

Mi piace il lucore, a volte vivido, freddo, rarefatto, dell’alba come a volte riesco a vedere. Mi piace l’aria fredda sul viso. Cerco di aprire gli occhi più che posso per fare entrare tutta la luce. Dovrei capire che più si sa più grande la delusione. “…è solo anche chi non si accorge di avere qualcuno vicino.” E’ così? Forse sì, forse è talmente radicata quella sensazione che la vista è annebbiata, la miopia non solo visiva, è che vado a tentoni sempre, mi ostino, senza alcun senso invero, che tutto sia definito, immodificabile, vano, reso tale da un fato segnato. Posso credere, indifferentemente, ad un destino segnato ovvero no, ad una definizione contorta, inestricabile, dolorosa, anche lacerante di me, come io la percepisco, invero potrebbe essere tutto molto semplice, fors’anche banale, elementare, solubile in qualche goccia di parole. E’ che mi perdo dietro me, dentro me, mi ritrovo raramente, forse lascio una corda invisibile che mi fa risalire, nuoto per questo allora.