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Archivio mensile:novembre 2012

È che ho definitivamente perso il legame con un pensiero, uno di quelli che inopinati si presentano anche non volendoli, non cercandoli, uno di quei pensieri che sai riconoscere tuo, nel fondo, di quelli che ti rendono te senza che nessuno debba accorgersene, di quelli che fanno di te quello che pochi intuiscono, una sorta di rivelazione disinteressata e lieve e disincantata; una traccia invisibile cui eri affezionato nonostante potessi lasciarlo dormiente per lungo tempo, una traccia urgente a volte, per dissimulare, ma perché dissimulare, necessità di rendere evidente tutto. Eppure è svanito, quel pensiero svanito nel nulla. Era solo questione di tempo, a posteriori.

Il giorno che mi stancherò di leggere sarò uno degli ultimi giorni della mia vita, credo sia così. È che sentire così, viscere che si contorcono per sensazioni sotto la pelle che bruciano, sentire così è vita e morte, è prendersi addosso tutti i rumori del mondo, fagocitarli, esserne travolti senza poter opporre alcuna difesa, alcuna diga di protezione alla forza di emozioni ataviche, selvagge, vivide, è essere così, livido di immagini estranee che inopinate diventano proprie, è entrare dentro e non uscirne, è sentirsi vivere vite altrui non vivendole mai, è non poter mai ribellarsi alla caduta.