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Archivio mensile:giugno 2013

È che ho aperto un bottiglia di fiano, il liquido sapeva di tappo, invero era forte l’impatto al naso, come ovvio, in bocca era attutito ma evidente, ho deciso di berlo, nonostante tutto. È che mi sembra così tutto, forze che scemano, incapacità di decisione, involontarietà consce, il senso fondo è quella percezione di inutilità, di non essere, di essere in nessun posto, quasi invisibile, addirittura inconsistente, posarsi senza toccare, parlare senza suono, eppure a volere parlare e toccare e sentire ogni cosa ovunque ma ormai cacciato via, non vedere nulla ma avere una voglia infinita di essere esserci.

È che oggi è una di quelle giornate indefinibili per colore, di quelle giornate in cui ogni cosa, ogni sguardo, ogni singolo gesto, ogni pensiero, ogni parola, tutto si ferma in gola, quel che esce  è solo suono indistinto, filo di note incomprensibile, tutto è fermo  nel petto e non ha alcuna intenzione di uscire. Tutto lì dentro che pesa incommensurabilmente. Tutto così.

E’ che mia mamma è preoccupata, per me, per situazioni per lei sovrapposte, io non so cosa dirle, assento alle sue raccomandazioni. Assento affatto convinto. Così è. E’ che in questo posto è capitato che s’indugiasse ad un piccolo compiacimento per la parola, ora unico indugio è riferito all’essenzialità, al cospetto del senso nudo, crudo, inderogabile.